Stéphane Fert e Wilfrid Lupano, Bianco intorno, Tunué
Traduzione di Stefano Andrea Cresti
Età di lettura consigliata: dai 12 anni
È nel Connecticut degli anni Trenta dell’Ottocento – ben trent’anni prima l’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti – che è ambientata la storia di Bianco intorno. Una storia vera, che racconta la vita e la grande impresa di Prudence Crandall, giovane insegnante e direttrice che apre le porte della propria scuola alle ragazze afroamericane, in un tempo e in un luogo in cui le persone nere potevano pensare di essere solo due cose: schiave negli stati del sud, libere ma di fatto senza diritti in quelli del nord. Questa scelta, semplice ma rivoluzionaria, scatena reazioni contrarie e violente nella popolazione bianca dello stato.
L’OPINIONE CRITICA
di Margherita Petrini
Bianco intorno ci apre gli occhi su un dettaglio che spesso fatichiamo a notare nel momento in cui si parla di razzismo: l’intersezionalità. Le protagoniste di questa graphic non sono semplicemente persone nere, ma donne nere che quindi subiscono un tipo di discriminazione del tutto inedita e molto più complessa della semplice unione di misoginia e razzismo. Eppure le donne bianche che compaiono in questa graphic novel si uniscono agli uomini nell’esercitare la discriminazione in nome della razza, senza comprendere che loro stesse sono vittime di misoginia: è la dimostrazione che non basta far parte di una categoria sociale marginalizzata per avere automaticamente empatia verso altre persone e le problematiche sociali che le coinvolgono, perché spesso il nostro privilegio, in questo caso bianco e di classe, non ci permette di vedere oltre il nostro naso. Ed è a quel punto che falliamo nel costruire un mondo migliore, quando pensiamo di essere già al traguardo o quando pensiamo che l’empatia sia semplicemente un dono intrinseco e non un’abilità da tenere in esercizio ogni giorno.
L’OPINIONE DEI LETTORI E DELLE LETTRICI
di Emma, 13 anni
maglietta blu del festival Mare di Libri
Bianco intorno è una graphic novel che ci spinge ad interrogarci su molti temi importanti in corso ancora oggi come la responsabilità di scelta della persona e della gente che spesso ignora ogni cambiamento, il diritto di studiare e lavorare e anche semplicemente di vivere come un essere umano, libero di scegliere, di dire di no e di amare.
Le autrici sono riuscite in modo onesto e crudo ma allo stesso tempo compassionevole e pieno di sentimento a raccontare queste due storie che trovano un collegamento tra loro in modo straordinario, lo stile, la storia e i personaggi rendono questa graphic novel, una dei più belli che abbia mai letto.
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COLLEGAMENTI MULTIMEDIALI PER CONTINUARE A RIFLETTERE SULLA STORIA TRA MUSICA, FILM E ALTRO ANCORA:
Guarda – The hate u give, film di George Tillman Jr., USA, 2018
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