Dal libro al film

Il canto della rivolta

Ho conosciuto la saga di Hunger Games poco più di due anni fa e subito me ne sono innamorata: ho divorato i tre libri in tempi record e sono corsa al cinema i primi giorni di uscita dei film e infatti attendevo la seconda parte del film de Il canto della rivolta da quando un anno fa sono uscita dalla sala al termine della prima parte. I film della saga diretti da Lawrence mi sono tutti piaciuti parecchio e le mie pretese erano abbastanza alte: questo film mette fine a una saga che adoro e che meritava decisamente un gran finale. Mi sento di dire che questa mia aspettativa è stata soddisfatta.

A voler essere sincera al cento per cento, il terzo libro mi aveva appassionata meno degli altri due: lo avevo trovato più complicato da seguire, un po’ per la velocità con cui si susseguono gli eventi, un po’ per la complessità di alcuni temi trattati. La saga è interamente narrata dalla protagonista, ma rispetto a Hunger Games e La ragazza di fuoco, nell’ultimo libro la condizione psicologica di Katniss è decisamente differente: ha nuove fobie, incubi, ansie e soprattutto ha priorità assolutamente egoistiche, molto lontane da quello che è l’obiettivo dei ribelli del 13 (nonché il nucleo centrale del libro). Anche questo mi ha portato ad apprezzare di meno il libro: i pensieri di Katniss mi distraevano dagli avvenimenti e non facevano altro che confondermi idee già abbastanza ingarbugliate. Nel film, ovviamente questo non accade, non essendoci un narratore: gli episodi sono gli stessi descritti da Suzanne Collins, ma si riesce ad avere una panoramica ampia, ogni scena è vista completamente dall’esterno ed è possibile osservare lo svolgersi degli avvenimenti in modo più oggettivo e lineare. Ho trovato interessante anche la differenza dei “tempi”: scene che nel libro durano pagine e pagine, nel film durano pochi secondi e viceversa. Penso che anche questo sia dovuto al fatto che i libri sono visti interamente dal punto di vista di Katniss: per lei azioni che durano pochi secondi paiono essere eterne, o al contrario sequenze lunghissime avvengono con un fermento e un’adrenalina tali che quasi lei stessa non si accorge di viverle. Il film da questo punto di vista è stato rivelatore, poiché per la prima volta mi sono resa veramente conto dei tempi in cui si svolge il romanzo, senza che questi venissero modificati dalle impressioni di Katniss.
Il cast ha riconfermato le sue ottime qualità, da non-esperta ho apprezzato gli effetti speciali e del sonoro e ho trovato la trama del film molto simile se non del tutto uguale a quella del romanzo; l’unica pecca che mi sento di segnalare è un po’ la mancanza di pathos: alcune scene si susseguono tanto velocemente che è dura riuscire a soffermarsi sulle emozioni o sulle riflessioni. In questo caso c’è da dire che anche durante la lettura avevo provato la stessa sensazione, con l’unica differenza che una lettura si può interrompere, la visione di un film in un cinema ovviamente no.
Sono stata felice di aver visto questo film due anni dopo aver letto il libro perché mi sono resa conto che la mia visione è cambiata moltissimo. Durante la lettura avevo tenuto con tutta me stessa le parti di Gale, avevo praticamente osannato il suo carattere e tutte le sue decisioni, ma alla luce di una mia personale crescita e di eventi recenti, durante il film mi sono ritrovata a rinnegare metà delle riflessioni che avevo elaborato, ho apprezzato personaggi che nel libro avevo completamente snobbato, seguito meglio alcune scene e ignorato completamente altre che invece avevo adorato nel libro.
Il film è stato capace di mettere in luce l’altra faccia della medaglia, ha illuminato dettagli a cui non avrei fatto caso altrimenti, il tutto mantenendosi assolutamente fedele al romanzo. Non posso far altro che esprimere un’opinione assolutamente positiva.

Francis Lawrence, Il canto della rivolta – parte II, USA, 2015
Età di visione consigliata: dai 13 anni

 

Suzanne Collins, Il canto della rivolta, Mondadori
Età di lettura consigliata: dai 13 anni