Dal libro al film

Raccontami di un giorno perfetto

Raccontami di un giorno perfetto (titolo originale All The Bright Places) è un adattamento per il piccolo schermo uscito sulla piattaforma Netflix a fine febbraio, tratto dall’omonimo libro di Jennifer Niven (ospite a Mare di Libri 2016 e vincitrice del Premio Mare di Libri dello stesso anno) pubblicato in Italia da DeAgostini nel 2015.

Partiamo da un presupposto: a contrario di molti altri libri, è IMPOSSIBILE non ricordare i piccoli particolari di Raccontami di un giorno perfetto, anche a 5 anni dalla sua prima lettura, perché è una storia che gravita attorno ai dettagli di ogni giorno, che riescono a tenerci svegli e a farci apprezzare la vita che viviamo.

È proprio in questo, a parer mio, che si vede la buona riuscita di questa trasposizione, nell’attenzione ai singoli momenti che compongono la storia di Violet Markey e Theodore Finch e ai luoghi che fanno da sfondo alle loro vite dal momento in cui i due si incontrano per la prima volta, ovvero mentre lei sta per suicidarsi il giorno del compleanno della sorella, morta in un incidente stradale esattamente un anno prima.

Il film infatti non è costituito da una successione lineare ed esplicitamente chiara di eventi, ma spesso assume l’aspetto di un flusso continuo di episodi vissuti dai protagonisti, insieme o separatamente, che tuttavia rimangono estremamente coerenti tra di loro. Ciò è esattamente il riflesso del modo in cui è scritto il libro, a due voci e quindi dal punto di vista di entrambi i protagonisti, attimo dopo attimo, giorno perfetto dopo giorno perfetto.

È evidente il diretto intervento dell’autrice nell’adattamento della sceneggiatura ed è palese che ci sia stata una costante consulenza nella direzione delle riprese, le cui inquadrature e ambientazioni sembrano letteralmente essere uscite dalle pagine. 

Ho apprezzato molto il fatto che Jennifer Niven abbia giocato un ruolo così importante nella realizzazione di questa trasposizione, perché ciò ha dato frutto ad un prodotto di qualità e che non si allontana troppo dall’originale cartaceo, almeno per i primi due terzi del film.

L’unica apparente differenza che ho riscontrato infatti è che il libro riesce a focalizzarsi sul dolore provato dai protagonisti e sull’evoluzione e la trasformazione di questo sentimento, dall’inizio alla fine; nel film invece questa precisione si perde man mano che si procede nella storia, e viene dato meno spazio alla parte finale della vicenda. 

Si potrebbe dire che venga un po’ indorata la pillola e che la versione di Netflix ci risparmia dettagli forti e molto dolorosi, ma tuttavia necessari, che si trovano invece nel libro. Il romanzo insomma risulta sicuramente più diretto e meno “cauto” del film nella narrazione e ho trovato che la componente fondamentale dell’elaborazione del lutto fosse troppo vaga nella trasposizione.

Ciò però non priva questo adattamento di tutti i suoi pregi e soprattutto dei suoi meriti e del valore che ha avuto ed avrà per chiunque vorrà vederlo: Raccontami di un giorno perfetto è una storia vera, una storia che esige di essere narrata e che punta a dirci di cercare aiuto non appena sentiamo di averne bisogno, perchè non c’è ragione di avere paura se siamo insieme, perché nessuno si salva da solo, perché siamo tutti sulla stessa barca, ma possiamo navigare su acque tranquille se ci teniamo per mano.

Margherita Petrini, 19 anni

Brett Haley, Raccontami di un giorno perfetto, USA, 2020
Età di visione consigliata: dai 15 anni

Jennifer Niven, Raccontami di un giorno perfetto, DeAgostini
Età di lettura consigliata: dai 15 anni