Dal libro al film

Stargirl

Lo scorso 24 marzo, la piattaforma di streaming online Disney+ ha debuttato anche in Italia, con centinaia di titoli vecchi e nuovi, che avranno sicuramente mandato in visibilio i grandi fan (sì, me compresa).

Tra questi, i più avidi lettori avranno di certo notato Stargirl, il film tratto dall’omonimo romanzo di Jerry Spinelli, pubblicato per la prima volta in Italia del 2001, edito Mondadori.

Ve lo dico subito, Stargirl è da sempre uno dei miei libri preferiti: non importa quante volte io lo legga, ogni rilettura mi emoziona e mi commuove come se fosse la prima.
Così, armata delle migliori intenzioni, fresca dell’abbonamento a Disney+, ho guardato questo film, che tuttavia ha deluso la mia anima da lettrice adolescente (a differenza del mio corpo, quella non è mai invecchiata). Ebbene, lo dico con il cuore spezzato: è un film che qualsiasi fan del libro può risparmiarsi. Non è un prodotto del tutto scadente, anzi, è sicuramente un film dolce e godibile… per chiunque non abbia mai letto una pagina di Stargirl.

La prima cosa che fa storcere il naso sono i dettagli, quelli insignificanti, quelli a cui si potrebbe passare sopra, ma che tuttavia portano a domandarsi: “Perché? Ne avevamo davvero bisogno?”. Ecco, no, è ovvio che non ne avevamo affatto bisogno. Faccio qualche banalissimo esempio: la squadra di basket del liceo di Mica, gli Electron, diventa una squadra di football, e cambia persino nome, Mudfrogs; Leo, inspiegabilmente, si trova orfano di padre, quando nel libro ha entrambi i genitori vivi e in salute; e anche Stargirl, da che aveva sia un padre che una madre, all’improvviso diventa figlia di una mamma single. E potrei andare avanti a elencare tutte le piccole cose che non vanno e che sono state cambiate senza un reale, valido motivo, ma per ovvie ragioni non lo farò. Queste sono solo alcune delle differenze – che io chiamerei incongruenze, più che altro – da cui il film è afflitto. Insomma, sono quelle che chiunque descriverebbe come “cavolate”, ma a maggior ragione, allora, perché modificarle?

Tuttavia, la cosa peggiore è proprio lei. Stargirl. La stramba e bizzarra ragazzina a cui è dedicato l’intero libro. Nel romanzo, lo sapete, è un personaggio fenomenale. Nel corso della lettura tutti noi abbiamo desiderato, anche solo una volta, essere come lei, o addirittura essere lei (e chi afferma di non averlo fatto, mi dispiace, mente). Tutti abbiamo desiderato possedere una briciola del suo coraggio, o la sua innata capacità di lasciarsi scorrere addosso certe piccolezze della vita, o la sua gentilezza incondizionata, o ancora il suo profondo amore per tutto ciò che fa parte dell’universo. La penna di Spinelli ha creato un personaggio completo, a tutto tondo, con pregi e difetti, ma con una forza e un’unicità che fanno vibrare l’anima.

Nel film, di questa stupenda Stargirl c’è poco, o quasi nulla. Non saprei dire se sia un problema dell’attrice, che ai miei occhi è sembrata piuttosto inadatta a interpretare quel vulcano che è la ragazza del libro, o della costruzione del personaggio per adattarlo alla televisione, ma un problema c’è stato di sicuro. La Stargirl che vediamo non è trascinante come quella del libro, non attrae per davvero, non sembra nemmeno così tanto bizzarra come invece viene descritta. Mentre, nel romanzo, l’essenza più profonda di Stargirl viene raccontata soprattutto tramite i gesti gentili e inaspettati che la ragazza fa quotidianamente, nel film anche questo aspetto passa in secondo piano, per essere sostituito con un senso generale di… piattezza. È tutto piatto, monocromatico, un deserto. Sì, hanno messo addosso alla Stargirl del film dei vestiti colorati, e non proprio alla moda, per distinguerla dal resto dei compagni di scuola, ma così facendo hanno solo snaturato un altro pochino la vera essenza del personaggio.

Per concludere, questo film è stato un altro tentativo, ahimè fallito in pieno, di trasporre un libro splendido e completo, e farlo diventare un prodotto per la televisione, fruibile a tutti. Sia chiaro, non sarebbe stato difficile fare un buon lavoro. Sarebbe bastata un’attenzione un po’ più mirata a quella che è la natura del romanzo, a partire dai famosi dettagli insignificanti di cui ho parlato poco sopra. Che abbiano cercato di renderlo più moderno? Dopotutto il libro, in America, è uscito per la prima volta nel 2000, quindi sono effettivamente trascorsi vent’anni. Ma, ancora una volta, mi domando: ne avevamo bisogno? Avevano bisogno di un tentativo zoppicante di “svecchiare” un libro per ragazzi (e per adulti) che è rimasto sempre attuale? Forse sarò presuntuosa, nel voler dare a tutti i costi una risposta, tuttavia mi sento di doverlo fare: no, non ne avevamo bisogno. Stargirl era già perfetta.

Sofia Mazzanti, ex volontaria Mare di Libri

Julia Hart, Stargirl, USA, 2020
Età di visione consigliata: dagli 11 anni

Jerry Spinelli, Stargirl, Mondadori
Età di lettura consigliata: dagli 11 anni